Signore delle cime: una obra mestra de Giuseppe de Marzi
Dedicat als membres de la coral de l’IES.
Com que saber el significat i les circumstàncies en què fou creada la lletra de les cançons que interpretem redunda en una interpretació més acurada, ací teniu el que he trobat sobre Signore delle cime. Està en italià, però crec que es pot entendre prou bé. De tota manera la nostra companya Mariló, especialista en la llengua italiana, ens podria traduir aquest article. La informació l'he treta de wikipedia en italià.
Signore delle cime è il titolo di un canto di ispirazione popolare con testo e musica composti nel 1958 dal compositore vicentino Giuseppe (Bepi) de Marzi, all'epoca ventiquatrenne (= que aleshores tenia 24 anys).Destinato ad essere eseguito (= executat) dal coro de I Crodaioli di Arzignano, fondato dallo stesso (= fundat perl mateix) De Marzi, Signore delle cime è divenuto ben presto un successo mondiale (es va convertir de seguida en un èxit mundial), tradotto in centotrentaquattro lingue e adattato anche per esecuzioni orchestrali (= traduït a 134 llengües i adaptat també per a interpretacions orquestrals).Il brano (= la peça) è un moderno epicedio ( epicedi és un cant en honor d’una persona morta), una fervida commemorazione funebre in ricordo dell'amico Bepi Bertagnoli, tragicamente scomparso (= desaparegut) in montagna. Ma l'occasione contingente, solo adombrata nel testo (Un nostro amico hai chiesto alla montagna), non ne ha impedito la ricezione (= recepció) in breve tempo come canto di universale immedesimazione.La semplicità d'impianto e il grande impatto emotivo lo hanno reso parte del repertorio di numerosissimi cori polifonici e popolari. La semplice melodia, accompagnata da armonie tradizionali ma non scontate, è abbinata ad un testo che unisce sentimento, pietas popolare e devozione cristiana.Il canto distribuisce su una medesima melodia tre strofe formate da quartine di versi endecasillabi sciolti (si può comunque osservare il poliptoto tra le finali del secondo e quarto verso della prima strofa montagna:montagne). Entrambe le strofe terminano con la medesima invocazione:[...] Su nel Paradiso Lascialo andare per le Tue montagne. La musica prevede la ripetizione dei due emistichi del terzo verso: nella prima strofa con una reduplicatio pura e semplice, nel secondo caso con una curiosa variante: il primo emistichio ("il nostro amico") invece di essere ripetuto letteralmente è sostituito dall'ipermetro "(il) nostro fratello", per altro in rima con il secondo verso (mantello:fratello).Dio del cielo, Signore delle cime un nostro amico hai chiesto alla montagna, ma Ti preghiamo, ma Ti preghiamo, su nel Paradiso lascialo andare per le Tue montagne.Santa Maria, Signora della neve, copri col bianco soffice mantello, il nostro amico, il nostro fratello, su nel Paradiso, su nel Paradiso lascialo andare per le Tue montagne.Dio del cielo, l’alpino ch’è caduto ora riposa nel cuor della montagna. Noi. Ti preghiamo, noi Ti preghiamo, una stella alpina, una stella alpina, lascia cadere dalle Tue mani.
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